Coltivare la canna da zucchero in tutto il territorio italiano dal livello del mare fino ai 600 m.: Tecniche di coltivazione ed estrazione della melassa.

«Questo nuovo manuale segue altri quattro già pubblicati su questa piattaforma, tutti dedicati a rendere l’uomo autosufficiente dal punto di vista alimentare. In particolare, ci concentriamo sulla coltivazione della canna da zucchero e sull’estrazione della melassa in climi insoliti per questa pianta, poiché la canna da zucchero cresce di solito in ambienti tropicali.

Il mio obiettivo è mostrarti come sostituire lo zucchero bianco con la melassa estratta dalla canna, creando un prodotto molto più salutare e a chilometro zero. Questo approccio può rendere autosufficiente una famiglia o piccole comunità attraverso l’autocoltivazione.

Il manuale nasce dalla mia esperienza di coltivazione della canna da zucchero nel centro Italia, sulle pendici degli Appennini, dove il clima è ben diverso da quello tropicale. Ho sperimentato per cinque anni, effettuando cinque semine e cinque raccolti. Nonostante le difficoltà climatiche, i risultati sono stati sorprendenti, con raccolti abbondanti e una produzione di melassa sufficiente per il fabbisogno familiare per tutto l’anno.

Questo successo inaspettato mi ha motivato a condividere la mia esperienza con la canna da zucchero. Tuttavia, per un’attività così complessa, che coinvolge fattori come clima, microclima, proprietà del terreno, parassiti e funghi, cinque anni di sperimentazione non sono sufficienti per un giudizio definitivo.

Tuttavia, la mia esperienza offre un ottimo spunto. Seguendo i suggerimenti forniti in questo manuale, ricco di foto e commenti, potresti provare a coltivare la canna da zucchero in tutta Italia, dal livello del mare fino a 500-600 metri di altitudine.

In questo manuale esploro diverse tecniche di coltivazione e di estrazione della melassa. I consigli partono da metodi manuali, adatti a un singolo nucleo familiare, fino a tecniche che utilizzano attrezzature semplici e poco costose, ideali per piccole comunità. Leggi di più!»